Il cibo, che non è tutto uguale, deve essere:
1 buono per noi, nel gusto (e nella salvaguardia della la salute).
2 buono per l’ambiente in cui viviamo, che non è un’entità astratta ma ci circonda e , alla fine, ci condiziona.
Ho avuto modo di dimostrarlo , ormai più di vent’anni fa, con la politica che ho praticato in Esselunga ( con, ad esempio, Naturama, Esselunga Bio, “Per chi ama la natura” e il primo Bilancio Sociale, nel 2003) .
L’ambientalismo deve invece aiutare le aziende a “cambiare l’approccio al mondo”, scendendo in profondità nelle politiche aziendali.
Tra i 6 “casi” di aziende citate nel titolo, ve ne è uno solo che pare veramente negativo, e mi riferisco al produttore di carne brasiliano JBS (leggi : JBS nel mirino per deforestazione e cambiamento climatico).
Degli altri bisogna però, secondo me, essere informati.
- Barilla : i consumatori -clienti – cittadini possono fare moltissimo, come si è visto nel caso della pasta 100% grano italiano di Barilla.
Non comprando più pasta Barilla, l’azienda si è vista obbligata a cambiare rotta: infatti nell’anno mobile terminante ad agosto 2019, … Barilla ha perso 7,2% del fatturato (idem a volume).
La quota di mercato è calata di 2,6 punti %, al 26,6 per cento.
Barilla , come dice Food, ha dovuto “tamponare l’emorragia” (di vendite).
Si è trattato quindi di una scelta “obbligata”, dettata da un mercato sempre più esigente. Food, 17 Ottobre 2019, che tra l’altro sembra proprio avere ragione, leggi in merito : Butta la pasta: 7 marchi su 20 hanno glifosato
- De Cecco. E’ doveroso segnalare un altro caso , più contenuto, nel mondo della pasta: De Cecco : il grano da francese diventa pugliese?
- Casino (azienda della distribuzione con le insegne : Casino, Monoprix, Franprix, Naturalia, Leader Price – presente, con questo marchio, anche in Italia)
Undici associazioni no profit si uniscono e prendono di mira Casino che ha una forte presenza in Brasile e in Colombia.
L’allevamento intensivo è la principale causa della distruzione delle foreste (la carne è responsabile di almeno il 20% delle emissioni nocive).
E molti allevatori vendono carne da allevamenti “puliti”, che – nella realtà – provengono da altri allevamenti che utilizzano pratiche illegali.
In sostanza costoro riciclano carne che sembrerebbe non proveniente da deforestazione ma di fatto lo è.
La vicenda è iniziata questa estate (Le Monde) ed è ormai “ovunque”: su tutta la stampa francese , su youtube, in tv, su blog di tutti i tipi. Casino è considerata responsabile della vendita di carne proveniente dalla deforestazione in Sud America.
E le associazioni no profit danno tre mesi a Casino per mettersi ” a posto”, scaduto quel termine denunceranno l’azienda.
- Carrefour è, anch’essa, finita nel mirino dei consumatori francesi per la carne e la deforestazione.
- JBS. Il gruppo JBS, che è la più grande azienda di lavorazione della carne del mondo, che produce carne di manzo, pollo e maiale ( è anche l’impresa più grande del Brasile e tra le 10 imprese di cibo al mondo) , sta finendo nel mirino – dei fondi di investimento (Nordea Asset Management e degli analisti HSBC . Ma non solo. E rischia anche il boicottaggio da parte di Tesco.
Ovviamente , in Italia, c’è chi crede alle favole o non conosce bene la situazione, come Dissapore che titola : “Carne: il colosso brasiliano JBS si impegna contro la deforestazione”.
Purtroppo l’impegno della tracciabilità della carne , preso da JBS, rischia di impattare sulla deforestazione quando ormai sarà già avvenuta .
JBS parla infatti di un’orizzonte di 5 anni, nei quali – è molto probabile – che ormai, per l’Amazzonia non ci sarà più nulla da fare!
Mentre il WWF afferma : ” Siamo pericolosamente vicini alla perdita dell’Amazzonia così come la conosciamo”...
“gli scienziati stimano che – l’Amazzonia – potrebbe raggiungere questo punto critico se ne distruggiamo solo un altro 5%. Se andiamo oltre tale limite, la conseguente rovina della più grande foresta pluviale del mondo avrà impatti devastanti per il nostro clima.
Ampie porzioni dell’Amazzonia smetteranno di funzionare come dovrebbero, diventando più aride, come una savana,e rilasciando nell’atmosfera grandi quantità di carbonio immagazzinato negli alberi.
Da quel punto non c’è ritorno… e avremo perso la lotta al cambiamento climatico”
Leggi:
- Amazzonia: mandrie e soia mettono a rischio ambiente e indigeni.
- Amazzonia tra oro, malavita e deforestazione. Con il “silenzio-assenso” del presidente Jair Bolsonaro
- Il peso della carne in Italia, lo studio: “Gli allevamenti intensivi consumano una volta e mezza le risorse naturali dei terreni”.
Sotto mandrie in Amazzonia.

Conclusione : il caso della carne è più complicato di quello del grano, ma i francesi, che sanno associarsi, ci dimostrano che “nulla è impossibile”.
Il mercato del cibo può essere fortemente condizionato.
Come fare :
- 1-prima di tutto bisogna essere informati.
Su Ferrero, ad esempio è interessante leggere :
Ferrero : la politica delle nocciole in Italia e in Turchia .
- 2-poi – ad esempio – si può scrivere alle aziende : io leggevo tutti i reclami/suggerimenti etc. e rispondevo o facevo rispondere.
Vi posso garantire che se un’azienda riceve centinaia di segnalazioni molto spesso è costretta a muoversi.
E il caso Barilla è lì a testimoniarlo, anche perchè la questione del glifosato presente nel grano, principalmente canadese, è sempre di grandissima attualità.

p.s. : ovviamente in Italia non si può contare sulle associazioni dei consumatori come il Codacons.
Non solo l’organismo di Carlo Rienzi passa le sue giornate in beghe sterili – personali dello stesso Rienzi – contro Fedez e Chiara Ferragni – vedi sotto – ma mente sapendo di mentire:
Rienzi (che è – de facto – il Codacons) è una vecchia e “brutta” conoscenza, di quando ero in Esselunga.
Sulle associazioni leggi anche qui.
Leggi anche :
Rigamonti JBS (Brasile): c’è un legame tra bresaola e deforestazione illegale?
Grazie a Guido Barendson. Prima stesura : 9 ottobre 2020 , ultimo aggiornamento del 19 dicembre 2021



