Ho letto e pubblicato questo articolo: “Ti amo Italia”. Il lato oscuro delle nocciole di Ferrero perchè l’ho ritenuto “valido”.
La vicenda dei noccioleti invasivi in Centro Italia è nota.
Ho poi voluto approfondire ulteriormente la questione ma non ho trovato granchè. Si può guardare il video di Ferrero e leggere qualche articolo. Ma di fatto, in Italia, pochi osano parlare – se non benissimo – della Ferrero.
Ho contattato l’azienda per un commento, senza successo. Poco male.
Come ho già detto io non sono “anti aziende”. Anzi.
E quando la Ferrero fa cose “buone e giuste” – come a Balvano – le scrivo.
Sono infatti felice che Ferrero possa annunciare:” record per Nutella Biscuits, i più venduti in Italia con 47 milioni di confezioni ” . Ma non mi basta : credo semplicemente che delle critiche equilibrate possano portare le aziende a migliorare la qualità della vita di tutti noi.
Se leggete anche “Il gusto amaro delle nocciole” di Stefano Liberti di Internazionale capirete quello che voglio dire. la notizia è stata data anche dalla BBC e da The Guardian. Se avete tempo guardate anche : Coldiretti Cuneo: il documentario Né tonda né gentile è online (video) oppure Un viaggio nell’inferno turco in compagnia di un giovane regista e di Coldiretti.
Lo trovate anche sul mio sito e – seppur del 2019 – mi pare un pezzo molto interessante, anche in “ottica marketing” ( N.B. : Ferrero ha recentemente fatto un’altra acquisizione , leggi in merito : Ferrero punta sui biscotti e compra lo storico marchio inglese Fox’s). Ma è anche un pò “disturbante” perchè, oltre che di degrado ambientale in Italia, vi si parla anche di lavoro minorile in Turchia.
RIFLESSIONI E STIMOLI :
c’è chi polemizza con questa visione come Il Foglio che dice, con ironia: Ferrero è “cattiva” anche quando investe nelle nocciole italiane . Infatti vi si legge : “A fare la differenza, e a far storcere il naso, resta quindi la presenza di Ferrero come driver di questa trasformazione. È una multinazionale, quindi di per sé è cattiva, anche se porta ricchezza a un territorio e a un’economia rurale che non trovava opportunità di rilancio“.
La realtà è che è difficile conciliare agricoltura (intensiva) e difesa della biodiversità. Ma questo non ci deve impedire di agire contro il degrado ambientale che ormai riguarda tanti settori del cibo (non solo le nocciole ma anche ad esempio il caffè, la carne, il pesce, etc).
Segnaliamo solamente che :
1.Le piante si stanno estinguendo alla velocità doppia rispetto agli animali
2.Le foreste potrebbero essere il nostro antivirus perchè forniscono un’infinità di servizi alla vita sul pianeta, fra cui non ultimo la protezione della nostra salute.
Per quanto riguarda il rapporto tra l’uomo e l’ambiente consigliamo quanto raccomanda David Attemborough su Netflix (in Our Planet =”Il nostro pianeta”, o ancor meglio in “A life on our planet” ) :
- l’utilizzo energie rinnovabili e il sempre minor utilizzo di energie fossili
- il blocco della deforestazione e l’incremento della produttività agricola (*)
Sotto un pezzo del Financial Times del 15 ottobre 2020 che descrive la contestazione da parte di fondi attivisti , come Black Rock, alla politica di Procter and Gamble (Dash, Gillette, Oral B, Viakal, Pantene, etc) in merito alla deforestazione illegale e all’utilizzo dell’olio di palma.
Fuori dall’Italia c’è un mondo della finanza, dell’economia, che ha preso consapevolezza delle problematiche ambientali e che sta facendo molto per cambiare in meglio il mondo (vedi : Come i consumatori potrebbero cambiare il destino di alcuni settori : i casi Barilla (grano), Casino con JBS (carne) e Ferrero (nocciole)).
Forse sarebbe il caso di prenderne nota, anche in Italia.
Tra l’altro Mars, rivale di Ferrero , ha annunciato che “Lascia i fornitori di olio di palma che non raggiungono gli obiettivi sulla deforestazione” (Mars Inc., the maker of Snickers and Dove candy, is trimming the ranks of its palm-oil suppliers and says it has now eliminated those that can’t commit to preventing deforestation). Nell’articolo si anche alle politiche di Nestlè, Unilever, etc.
(*) “la miglior produttività agricola” sembra un concetto banale ma nei paesi “in via di sviluppo” non lo è affatto: in questi paesi, dove la resa in agricoltura è di solito molto bassa prima si deforesta poi – magari – ci si pone delle domande. Vale anche per i paesi dove Ferrero estrae olio di palma (Malesia ed Indonesia).
E’ utile sapere che Nestlè si è mossa e sta ripiantando alberi a Sumatra (Indonesia) : With the launch, Purina will be surveying consumers to gain valuable feedback on the new products. In addition to the use of alternative protein sources, the launch of Beyond Nature’s Protein will make a further contribution to the environment. Purina has agreed to a partnership with Reforest’Action so that for every product sold, a tree will be planted in Sumatra, Indonesia, to aid reforestation.
Solo marketing? Intanto qualcosa, forse, si muove.
In estrema sintesi : da aziende come Ferrero mi aspetterei , oltre alla leadership sullo scaffale, anche quella ambientale.
Ferrero “gioca in difesa”, subendo – ad esempio, la certificazione dell’olio di palma, ma potrebbe, invece, varare una propria politica, più “d’attacco”.
Per essere ancora più chiari la deforestazione in Asia va avanti almeno dal 2000 ma Ferrero ha adottato la certificazione dell’olio di palma nel 2015.
Se dici : “ti amo Italia” (campagna attuale sulla Nutella) , devi dimostrarmelo dal campo allo scaffale.
E comunque una visione solo sull’Italia non basta più, visto che Ferrero è una multinazionale.
Forse Ferrero potrebbe seguire quel che ha fatto Barilla , con la pasta con grano 100% italiano. Per capire meglio la situazione leggi : Ferrero : la politica delle nocciole in Piemonte non è sostenibile per gli agricoltori e non valorizza il prodotto italiano.
Redatto il 5 novembre, aggiornato il 24 novembre 2020.