Purtroppo quel che Ilaria Capua ha “visto” benissimo viene confermato dai fatti:
L’area delle fabbriche e fabbrichette e senza spazi verdi è quella dove SarsCov2 si diffonde di più tra le persone
- Il Fatto Quotidiano
- 24 Mar 2020
- » DAVIDE MILOSA
Milano resiste. L’onda d’urto del virus per ora si infrange sugli scogli della provincia e il temuto tsunami ancora non si vede. Il capoluogo lombardo segue l’andamento dell’intera Lombardia con nuovi contagi sì, ma in calo rispetto ai giorni scorsi. Cresce di meno anche il numero di decessi, arrivati a 3.776 con un incremento di 320 ieri, domenica 361. La distribuzione degli infetti mette in evidenza una differenza marcata tra le varie zone dell’area metropolitana, con il nord Milano molto più colpito rispetto ai comuni a sud. Non vi è dubbio che l’assetto urbano influenzi la diffusione di SarsCov2. Nell’area a nord che esce dalla città lungo le arterie stradali di viale Zara e viale Fulvio Testi si ha un concentramento decisamente maggiore di popolazione rispetto ai comuni del sud-ovest. Più persone, più case e poche aree verdi, mentre a sud il grande parco agricolo distanzia di molto i comuni. Inoltre a marcare la differenza c’è un territorio altamente industrializzato e puntellato da un risiko di grandi e medie fabbriche. Questo restituisce una fotografia sbilanciata del territorio milanese con un doppio colore: rosso a nord, arancione a sud.
L’ANDAMENTO dell’area metropolitana ieri ha fissato un aumento di 230 casi, domenica erano 421, mentre sabato 868. La curva sale, ma sale meno. Questo porta la provincia a 5.326, terza per contagi dopo quelle di Bergamo (6.471) e Brescia (5.905). Il calo ieri è stato registrato in città con 137 casi in più (domenica erano 210, sabato 279) per un totale di 2.176. Insomma “la battaglia di Milano” evocata dal professor Massimo Galli del Sacco per ora non è persa. Ma bisogna restare in casa. Non tutti i milanesi lo hanno ancora capito. I dati sulle celle telefoniche domenica hanno registrato uno spostamento del 26%, il giorno prima era del 32%. Dati che devono ancora scendere perché simili a quelli del 14-15 marzo. Per comprendere se le ulteriori restrizioni abbiano convinto i milanesi a non uscire bisognerà attendere i dati di oggi.
La situazione migliora, ma lentamente e non ovunque. La lettura dei numeri mostra importanti criticità e aumenti. Nel quadrilatero a nord della città tra i comuni di Cologno Monzese, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Bresso si concentrano quasi 600 casi di positivi al Covid-19. Si tratta di comuni adiacenti alla città di Milano e ai quartieri di Bruzzano, Niguarda, Crescenzago. È, però, soprattutto il comune di Cologno Monzese a mostrare la situazione più critica con un aumento di oltre il 100% in 72 ore, se è vero che giovedì 19 marzo i casi accertati erano 62, passati a 75 il venerdì e arrivati a 141 nella serata di sabato scorso, con un ulteriore incremento fino ai 157 di ieri. Il comune di Bresso, invece, appare in una situazione migliore da quella raccontata in questi giorni. Qui i contagi di giovedì si presentavano alti rispetto ai comuni vicini, con 108 infetti. Un numero che in 72 ore è cresciuto solo di 21 positivi in più, fino ai 129 di ieri. Sesto San Giovanni è invece passata dagli 85 di giovedì ai 126 di sabato fino ai 147 di ieri. In quest’area metropolitana mostra incrementi sensibili anche il comune di Cinisello Balsamo, passato dai 66 di giovedì ai 105. Aumenti anche nel popoloso comune di Pioltello con 78 casi accertati alle due del pomeriggio. Molti di questi sono stati rilevati nel quartiere satellite composto da 40 palazzi di case popolari, abitati da circa diecimila persone di 60 nazionalità differenti. Non distante c’è il comune di Legnano balzato da 63 a 92 casi. Girando poi la cartina a est-sud est e seguendo la linea cittadina dei quartieri da Lambrate fino a Corvetto, si incontrano i comuni di Segrate, Peschiera, Mediglia e San Donato, i cui incrementi restano importanti con Segrate passata in tre giorni da 39 a 77. Il totale, a ieri, dei casi in questa fascia era di 224.
Arrivando a sud il contagio pare diradarsi, forse anche per la composizione del territorio, più verde e meno urbanizzato. Qui c’è da segnalare il caso del comune di Vizzolo Predabissi salito dai 7 positivi di giovedì scorso ai 27 di ieri. Insomma, le mura della città di Milano al momento resistono e pure l’area metropolitana non pare soccombere. E mentre i numeri concedono una tregua, continua la rincorsa ai posti di terapia intensiva che ieri sono aumentati di 41 unità. Nelle prossime ore saranno allestiti 78 nuovi letti tra Policlinico, Niguarda e San Carlo. Senza contare la corsa per inaugurare il nuovo presidio alla vecchia Fiera. Qui, entro quattro giorni saranno attivi i primi 40 letti di terapia intensiva. La “battaglia di Milano” non si ferma.
In cover una vignetta che prende in giro l’evoluzione dell’uomo (in sostanza :”torna indietro, abbiamo sbagliato tutto”). Sotto una delle prime vignette che ironizzava su Sesto San Giovanni, dove c’era stato un contagio. Tutte le immagini scherzose sono inserite solo ed unicamente per sdrammatizzare il coronavirus. Il comune di Albiate , dove risiedo , dista 12 km. da Cinisello Balsamo.
Grazie a Leonardo Piccinini



