Prima stesura del 29 aprile, ultimo aggiornamento del 1° giugno 2016
Il mercato del biologico è in pieno fermento:
Granarolo ha appena acquisito CONBIO, produttore di piatti biologici a base vegetale.
Esselunga, dopo il cambio di rotta del 2004 e l’eliminazione di 200 referenze bio, dà cenni di un’inversione di rotta e Barilla stà testando tre tipi di pasta biologica …
Da Agranews del 28 aprile:
Barilla testa in Francia la pasta bio
Mercato ideale dove sono stati lanciati anche i Piccolini (2003), integrale (2006) e senza glutine (2014)
(AGRA) – Barilla sceglie ancora la Francia per testare nuovi prodotti. Dopo i “Piccolini”, i formati mini di pasta per i bambini (2003), è la volta della pasta biologica. Nel mezzo la pasta integrale (2006) e quella senza glutine (2014) per presidiare il crescente mercato del benessere e del salutismo.
In Francia Barilla ha lanciato una linea bio, riconoscibile da una fascia verde sulle confezioni affiancata al logo europeo del biologico. Tre le referenze proposte – spaghetti, coquillettes, penne rigate – in confezioni da 500 grammi al prezzo consigliato di 1,90 euro sulle quali è ricomparsa la classica finestra trasparente con l’altrettanto classica forchettata di pasta al pomodoro e basilico.
Barilla ha anche rivisto le confezioni della linea super premium Academia Barilla passando dal beige al blu con una fascia trasparente.
Il gruppo di Parma, che produce annualmente 1.000 tonnellate di pasta senza glutine (caratterizzata da una confezione con una fascia azzurro cielo) punta a quintuplicare questi volumi per il biologico. Il senza glutine è arrivato a rappresentare per Barilla il 2% delle vendite complessive, per il biologico l’obiettivo è arrivare al 10% entro cinque anni. [continua]
Si tratta di un ottimo segnale al mercato della multinazionale italiana a guida famigliare, la cui scelta della Francia non è casuale:
se in Italia il comparto del biologico vale ormai 2,5 miliardi di €, in Francia fattura più del doppio: il mercato vale 5,75 miliardi di € ed è cresciuto in modo esponenziale anche nel 2015 (la crescita va dal + 13% a un + 14,7%, a seconda da come venga considerata la base di partenza)
Un’analisi della Coldiretti (su Sette del 29 aprile 2016) evidenzia che il segmento degli “alimenti senza” è “il segmento più dinamico della tavola”.
…”Il 70% degli italiani è disposto a pagare un extra per un alimento del tutto naturale, il 65% per uno che garantisce l’assenza di ogm, il 62% per un prodotto bio e il 60% per uno senza coloranti.
Se gli acquisti di prodotti biologici confezionati fanno registrare un incremento record del 20%, con più di un italiano su tre che dichiara di acquistare cibi bio o naturali, sono 15 milioni le persone che mettono nel carrello prodotti locali a chilometro zero, mentre ad acquistare regolarmente prodotti tipici sono 2 italiani su tre”…
La mania del “senza” e del mangiar sano può portare ad una malattia che si chiama ortoressia.
In Italia ne soffrono 450’000 persone.
n.b.: adesso si parla di “arrivare al 10% – della pasta prodotta – entro cinque anni“, cinque volte i volumi della pasta Barilla senza glutine …
e quindi, a distanza di tanti anni, si può sorridere dello scetticismo di Paolo Barilla sull’argomento al momento del lancio di Esselunga Bio….
Paolo Barilla (a sinistra) e Giuseppe Caprotti (a dx) al CIES del 1998.
Il lancio di Esselunga Bio avverrà l’anno successivo
Dopo la mia uscita da Esselunga – nel 2004 – il bio, nella GD, aveva subito una frenata per poi recuperare negli anni successivi. Nonostante questo nuovo slancio, il fatturato del biologico in Italia rimane basso e la GD ha permesso alla distribuzione specializzata di svilupparsi in un settore che continua a crescere a due cifre ogni anno
Una bella pubblicità della Barilla del 1989 per la Francia
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