I Caprotti e il cinema: la nonna materna Luisa, risposata Theodoli, con Silvana Pampanini, 1951

Le fortune di Luisa Quintavalle si dissolvono durante il secondo matrimonio. Luisa e Niccolò Theodoli mantengono un tenore di vita altissimo, e i loro investimenti si riveleranno disastrosi sia nell’immobiliare che nel cinema, pur producendo film di registi celebri come Mario Soldati e Gianni Franciolini, con il quale Niccolò riesce a vincere il David di Donatello per Racconti romani.

Giorgio Bastonini su Le ossa dei Caprotti

Dall’altra caro Giuseppe Caprotti, mi sono immedesimato in te, ho capito e creduto a come hai raccontato il rapporto con tuo padre (con qualche riserva, me lo concederai), ho percepito il tuo dolore che, per il fatto stesso che questo libro non sia stato [redatto] da uno scrittore professionista non risulta artefatto nè strappalacrime ma vero, come se venisse raccontato a uno sconosciuto durante un’interminabile sosta di un treno.

Le ossa dei Caprotti visto da Not Only Magazine

Sulle questioni politiche “Le ossa dei Caprotti” completa il quadro tracciato da Bernardo Caprotti [in Falce e Carrello] mentre nelle vicende operative – prezzi etc. – lo contraddice, dati alla mano. Se Bernardo rappresenta la tradizione Giuseppe ne è l’innovazione [nei fatti ] : … “Viene nominato il primo direttore di supermercato donna, in viale Jenner, a Milano”.

I Caprotti e la famiglia: le feste e i regali, che hanno sempre un significato

Per un Natale dei primi anni ’70 ricevo da papà un trenino elettrico. È bellissimo ma i treni e la meccanica a me non interessano, sono passioni sue. Lo scambio con delle piante grasse di Violetta. Bernardo però usa questo episodio per ripetere una sua idea ricorrente: Violetta è più intelligente di me, ‘è una futura businesswoman’ dice. Invece io vengo definito “il pensatore”. Il termine a me non dispiace ma credo che Bernardo, in fondo, disprezzi i letterati, i giornalisti, i professori, che accomuna all’intellighenzia di sinistra frequentata dalla ex moglie Giorgina. Nel caso del trenino, ciò che conta per nostro padre è soltanto il valore materiale dell’oggetto, certamente superiore a quello delle piante.

I Caprotti e la famiglia: Giuseppe da bambino, 1966 ca.

Con nostro padre, noi due bambini viviamo anche momenti belli e spensierati. Con lui ascoltiamo musica, si parla, si ride, si scherza, si guarda un po’ di televisione, si fanno anche vacanze e gite assieme. Ma attorno ai 10 anni qualcosa già comincia a non funzionare. Somiglio molto alla mia madre fedifraga, con lei ho anche un bel rapporto, e papà non lo manda giù. Inoltre mi manca tanto l’affetto fisico: da lui mai un abbraccio o una carezza.