Redatto il 17 maggio, aggiornato il 24 maggio 2022. Sopra : campo di grano ad Albiate
Covid, cambiamento climatico e guerra in Ucraina stanno perturbando il mondo della produzione delle materie prime.
A marzo si parlava di tempesta. Ora la parola più adatta sembra essere tsunami.
Sulle poltiche protezionistiche di alcuni paesi puoi leggere quanto scritto a ottobre 2020 : “alcuni paesi, grandi esportatori , come Russia (il più grande esportatore di grano al mondo), Kazakhstan , Egitto, Vietnam e Serbia hanno già alzato le barriere nazionali : privilegiano le scorte per consumi interni alle esportazioni”.
Mentre per mesi Fed e Bce hanno ripetuto che l’aumento dei prezzi era un evento ” transitorio”.
E ora si rischia la stagflazione e fame in molti paesi.
L’India è solo decima tra i grandi esportatori mondiali (7,2 milioni di tonnellate/anno) ma la sua chiusura (*) segue la linea protezionistica dei paesi citati sopra ed influenza pesantemente il corso dei prezzi del grano.
(*) La Stampa del 17 maggio 2022 usa la parola embargo ovverosia divieto di esportazione di materiale strategico in paesi belligeranti.

La questione è aggravata dal fattore climatico : l’India è stata flagellata da ondate di calore che hanno superato i 45° e che hanno colpito le zone di produzione del grano (a New Delhi il 15 maggio ci sono stati 49,2°!) e l’india, che aveva preso degli impegni, rifornendo paesi – come ad esempio l’Egitto – che erano rimasti senza grano ucraino, di fronte al calo della produzione, non li ha più mantenuti.
Il corso del grano ha subito un’impennata del 6% con il blocco dell’export indiano.
La notizia sull’india ha fatto seguito a quella sulla siccità in Francia: si temono raccolti limitati perchè i livelli delle piogge sono i più bassi da 30 anni a questa parte.
E la Francia è il quarto più grande esportatore di grano al mondo, dopo Russia, USA e Canada. E prima di Australia e dell’Ucraina (vedi schema finale del Financial Times del 12 maggio 2022).
Il raccolto dipende dalle eventuali piogge dei prossimi giorni.
Nel contempo il ministero dell’agricoltura statunitense ha annunciato che prevede un calo della produzione di grano nell’anno 2022- 2023. Il primo negli ultimi quattro anni.
L’India produce 93 milioni di tonnellate, la Francia ne produce 35 milioni (di cui la metà va all’export). Il più grande produttore al mondo è la Cina con 132 milioni ma è alle prese con i lockdown per il Covid.
In sostanza i più grandi produttori e/o esportatori del mondo di grano (duro o tenero) : Cina, India, Usa, Canada, Russia, Francia e Ucraina (unica eccezione l’Australia) sono in guerra o colpiti da Covid e/o cambiamento climatico.
Le quantità prodotte possono solo scendere ed i prezzi salire (Leggi in proposito, ad esempio : Grano duro, prezzi + 80% sul 2021 e previsioni di raccolto ridotte dalla siccità).
Politicamente, nel mondo, dopo i disordini in Sri Lanka, seguono quelli in Iran : tolti i sussidi per il grano, popolo in rivolta. Ovviamente ne seguiranno altri, soprattutto in Africa, Medio Oriente ma anche in Asia.
N.B.: L’Italia, non è autosufficiente: importa il 62% del frumento tenero (farina, pane), il 35% del grano duro (pasta) e il 46% del mais per l’alimentazione degli animali per latte e carne (Repubblica 18 maggio 2022).
E il nord è in preda ad una siccità mai vista (danni stimati da Coldiretti : 1 miliardo di €).
In proposito puoi leggere anche : Grano : 1,6 miliardi persone a rischio fame e India : crisi idrica estrema in 150 villaggi
Russia ed Ucraina detengono il 24% dell’export del grano mondiale (vedi tabella finale del Financial Times).



