Redatto il 24 dicembre 2022, aggiornato il 1° aprile 2023
La “discountizzazione” sta portando ad un peggioramento della qualità del cibo.
Aumentano i consumi di cibo confezionato. Ma il consumo di cibo ultra trasformato incrementa il rischio di contrarre il cancro.
In questo contesto il governo ha stanziato un fondo per la sovranità alimentare.
Ho ritenuto di trattare solo alcuni temi relativi a questo tema in questa lezione ai ragazzi dell’Università degli studi di Milano Bicocca.
Non ho parlato di politica agricola comune (PAC) o di investimenti legati al Pnrr.
L’argomento diventerebbe troppo vasto e complicato.
E arrivando al punto : il Made in Italy cos’è veramente?
E soprattutto che tipo di etichettatura si può usare per delimitarlo?
Made in Italy significa fatto in Italia con ingredienti 100% italiani o semplicemente prodotti trasformati in Italia?
Purtroppo di 100% italiano c’è solo la DOP…
“Comprare italiano” è possibile come suggerisce lo slogan sotto ? Oppure il made in Italy è un mito?

Quel che posso aggiungere al testo del 24 dicembre 2022 della mia lezione all’Unimi Bicocca (la trovate sul sito della Fondazione Guido Venosta che presiedo) è che:
2) la gran confusione nell’etichettatura degli alimenti non giova al Made in Italy
3) c’è chi, come il professor Alberto Grandi, si diverte ad alimentare polemiche sterili ( vedi anche sotto), che – sicuramente – non favoriscono i nostri prodotti all’estero.
P.S. sarebbe interessante leggere le sue fonti, anche se la storia – vera o presunta – del nostro cibo non le toglie nulla della sua qualità.

Sotto Propaganda Live scherza sulle affermazioni del prof. Grandi (che forse non ha mai vissuto all’estero..).
Grazie a Margherita Caprotti



