Redatto il 21 gennaio, aggiornato il 9 aprile 2023
La confusione per il consumatore, che si avvicina allo scaffale di un prodotto qualsiasi è grandissima: l’origine dei prodotti in questione non è affatto chiara. Basti pensare anche al prosciutto cotto o all’olio di oliva. Per arrivare al miele, al latte. E alla pasta.
Tutto ciò detto Federalimentare (Confindustria), Coldiretti, Filiera Italia e Ferrero ma anche Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida (ministro dell’agricoltura) e Matteo Salvini gongolano : Lettonia, Repubblica Ceca, Grecia, Cipro, Romania e Ungheria seguono l’Italia sulla strada contro il Nutri-score.
L’etichettatura del cibo, inventata in Francia, è “a rischio” : le elezioni europee si avvicinano – si terranno nel 2024 – e la Commissione sembra rinviare ogni decisione in merito.
La Francia spera che la Svezia, che prenderà lo scettro della presidenza del Consiglio europeo il 1° gennaio 2023, faccia avanzare il fascicolo inerente l’etichettatura Nutri-score, che nel contempo, si è evoluta e potrebbe essere meno penalizzante per alcuni prodotti come l’olio di oliva.
Le grandi multinazionali, come Unilever, sono favorevoli all’etichettatura francese perchè sono prese di mira da fondi attivisti per la poca salubrità (*) dei loro prodotti, nonostante il Nutri- score penalizzi alcuni dei loro prodotti.
Ad esempio il cioccolato Cailller, in cover sopra e nella foto sotto, ha il peggior punteggio del Nutri-score : E (il migliore è A).
L’azienda dolciaria appartiene al gruppo Nestlè.
(*) Leggi in proposito : Nestlè : 54% dei prodotti non sono salutari
Ricordiamo che l’apposizione del Nutri- score è fatta in modo volontario : Nestlè, in Svizzera, l’ha adottato ma altre multinazionali no.
E se è vero che l’algoritmo del Nutri- score è stato migliorato molto rimane da fare poichè la pizza surgelata Buitoni (Nestlè) rientra ancora tra i prodotti “sani”.
Ma le istituzioni europee su una cosa hanno ragione : l’etichettatura unica e chiara è: “un primo passo , molto importante , per mostrare che i poteri pubblici antepongono la salute degli europei agli interessi economici” (Camille Perrin , Bureau européen des unions des consommateurs)..
La posizione di Ferrero , che è contro il Nutri – score , e che vorrebbe un’etichettatura “per porzioni” (ad hoc per ogni prodotto , ad esempio non bisognerebbe mangiare più di 15 grammi di Nutella (*)) sembra decisamente poco costruttiva : il 53% della popolazione europea è sovrappeso ed il 22% è obeso. E , secondo me, solo chi è a dieta guarda le porzioni.
Come dice Camille Perrin (Beuc): “o si vara un sistema che in sè è abbastanza semplice oppure se non viene adottato possiamo cancellare una qualsiasi politica di tutela della salute pubblica“. Ricordiamoci che con la crisi attuale, dovuta alla guerra e all’inflazione la qualità del cibo è fortemente peggiorata.
Conclusione :
sembra che da parte italiana manchi un pò di visione, anche perchè la “proposta” italica alternativa, consistente nel Nutrinform (**), vista da consumatore, non pare nè comprensibile, nè utile. E senza etichettatura europea non ci sarà sovranità alimentare alcuna.
In estrema sintesi : non volete in Nutri-score? fate una proposta alternativa valida.
Sotto la posizione di Ferrero, che , secondo noi, è un pò troppo “di parte”.
(*) il Nutri-score da dei “voti” solo su 100 grammi o 100 ml.
(**) ” l’impressione che emerge è che con le etichette a “semaforo” francesi si corra il rischio di semplificare molto, anzi troppo, l’indirizzo del consumatore nella sua scelta, portandolo progressivamente ad essere non più un soggetto pensante ma un semplice acquirente su base cromatica.
Quelle italiane a “batteria”, sicuramente più complete ed esaurienti, non aggiungono però in pratica molto di più a quanto, seppur sinteticamente. già presente per legge sulle confezioni. Ciò potrebbe allungare il “tempo di osservazione e lettura” da parte dell’acquirente, con un evidente possibile rischio di trascurare o vanificare l’importanza dell’informazione”.
E sulle porzioni tanto volute da Ferrero : ” Essa – l’etichettatura Nutrinform – valuta la singola porzione (il cui peso però può talvolta essere variabile da Ditta a Ditta) permettendo quindi di confrontare correttamente tra loro solo categorie di prodotti confrontabili quando di identica quantità.” Paolo Fantozzi, GeorgofiliInfo.
E’ importante segnalare che Italia Oggi a marzo 2023 ha denunciato che il Nutriscore opera già in Italia. L’app Yuka condiziona gli acquisti di tre milioni di persone.
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Sotto : il Nutrinform che è un sistema non di immediata “lettura” e comprensione.