Premessa: lavorando nella grande distribuzione si cerca sempre di anticipare le tendenze demografiche e quelle economiche. In alcuni casi le si anticipa (biologico, e-commerce, ad esempio). Con altre si finisce per scontrarsi:
ricordo perfettamente – ad esempio – come fui costretto ad eliminare la promozione degli articoli per bambini in alcune zone – segnatamente la città di Firenze – in cui era presente Esselunga semplicemente perchè la fascia dominante era composta – già allora (parliamo di più di 15 anni fà) -di clienti over 65 ! Pannolini e affini non si vendevano… come era già il caso in molte zone di Milano (es.: la zona di piazza Ovidio, dove rifacemmo il supermercato e la popolazione era perlopiù composta da anziani..).
Propongo qui alcune tendenze toccate con mano e tratte da documenti e/o enti che cito in fondo.
Le maggiori tendenze demografiche mondiali sono :
- invecchiamento della popolazione
- Urbanizzazione crescente
- forte crescita demografica
1. “Secondo le Prospettive della popolazione nel mondo 2019 pubblicate dall’ONU, più di un europeo e di un nord americano su quattro (26,1%) avrà più di 65 anni nel 2050..
La tendenza non è limitata agli stati più sviluppati. In America Latina e nei Caraibi per esempio, la quota di questa classe d’età dovrebbe passare da 9% a 19% nello stesso lasso di tempo. In Cina e nel Sud – est asiatico, dovrebbe salire dall’11% al 24%. Queste evoluzioni molto nette delle piramidi di età sono legate agli abbassamenti bruschi della fecondità osservati dagli anni ’80 in poi, su più continenti.
Esse corrispondono anche per una parte all’evoluzione della speranza di vita.
Questa si è innalzata a 72,6 anni nel mondo nel 2019, con 8 anni supplementari rispetto al 1990. L’Africa subsahariana in particolare ha guadagnato 12 anni ma la media è di 61,1 anni. In questa regione la proporzione degli over 65 guadagnerà terreno, seppur sull’ organizzazione in modo modesto: dal 3% al 5% circa nel 2050 (e forse questa percentuale si alzerà al 10% nel 2100)…
Mercato del lavoro, prestazioni economiche e pressione fiscale…
Questa evoluzione finirà per pesare sull’ organizzazione delle società e pone la questione della protezione sociale (*) e della salute degli anziani.
Se l’Africa del Nord e l’ovest dell’Asia possono contare – in questo momento – su una proporzione di otto persone che hanno dai 25 ai 64 anni – in età di lavorare-, per una over 65, non è il caso dappertutto. In Australia, in Nuova Zelanda, in Europa e in America del Nord, questa ripartizione è molto meno favorevole, con tre persone attive per un anziano. E in 48 paesi attraverso il mondo, questo rischia di limitarsi a due persone attive per una persona pensionata nel 2050.
La situazione più critica è quella del Giappone con 1,8 persone attive per 1 pensionato nel 2019.” Le Monde del 20 giugno 2019
(*) = chi pagherà tutte queste pensioni e le iniziative recenti della politica italiana hanno un senso?.
L’Italia ha una situazione molto similare a quella del Giappone. Italia e Giappone sono i paesi “più vecchi” del pianeta.
In Italia, da tempo le morti superano di gran lunga le nascite… Sull’argomento consiglio : Alcune considerazioni sulle tendenze demografiche nel mondo e in Italia dove si legge :
“L’Italia ha oggi circa 60 milioni di abitanti, dovremmo essere circa 55 milioni nel 2040 e circa 48 milioni nel 2100
Il dato però su cui mi focalizzerei è quello della popolazione in età lavorativa (25-64 anni)
Oggi le persone in età lavorativa sono circa 32 milioni, nel 2040 saranno circa 25 milioni. Vuol dire che la componente attiva della popolazione calerà in 20 anni di più del 20%.
Per capirci meglio “perderemo” circa 350.000 lavoratori ogni anno, una città più grande di Bari ogni anno scomparirà
2. e 3. A questa situazione si affiancano un’urbanizzazione crescente e una forte crescita demografica, nei paesi “in via di sviluppo”.
Per i dati e per approfondire consiglio la visione di www.populationpyramid.net
Sotto la curva dell’urbanizzazione nel mondo tratta da The commodity crunch point di UBS

A questo si aggiunga che
4. “l’utilizzo attuale delle materie prime non è sostenibile” ( The commodity crunch point by UBS, pagina 5)
5. il clima inficierà i raccolti.
Su questo punto le fonti sono molteplici come il WWF o l’ONU che, ad esempio, stima che il calo della produzione di soia e mais in Brasile avrà un calo che va dal 18 al 23% entro il 2050.
Ma ciò sta già avvenendo anche in Europa (primo produttore di frumento al mondo).
Si stanno quindi già cercando prodotti alternativi alle proteine come- ad esempio – carne a base di piante e tecniche alternative per migliorare la produzione agricola (agricoltura 4.0).
Le opportunità in questi campi (prodotti alternativi e tecnologia) sono state stimate da UBS in 700 miliardi di $ nel 2030.
Tra i settori tecnologi di servizio, in un mondo sempre più dominato dagli anziani, c’è l’e-commerce del cibo che oggi è stimato a 60 miliardi di $ e che sestuplicherà andando a fatturare 365 miliardi di $ nel 2030. Anche perchè sempre più anziani e giovanissimi non hanno l’auto.
Molto probabilmente in questa stima c’è anche la ristorazione a domicilio (ed ovviamente è escluso tutto l’e-commerce non food, i cui fatturati sono molto più alti).
L’e- commerce, in un mondo di anziani , avrà sempre di più un ruolo sociale e di supporto a chi vive solo e non può spostarsi facilmente (in supermercati e grandi magazzini magari molto lontani).
Inutile aggiungere che le metrature dei negozi, vista questa situazione, diminuiranno (vedi: “Esselunga Sottocasa”, varati e poi , purtroppo, abbandonati da Esselunga dopo la mia uscita di scena)
Fonti: Manpower, UBS, Boomberg, Le Monde, FAO, WWF, ONU, Populationpyramid.net, Sette.Corriere.it;
Grazie a Stefano Scabbio, Fabrizio Calenzo , Roberto Casatai, Giovanni Rovetta e Fabrizio Tedesco.
Foto di terreno agricolo scattata ad Albiate (MB). Redatto il 22 settembre e aggiornato il 25 settembre 2019



