Premessa: il fatturato non food degli ipermercati è pari al 50%. Quello dei superstore, dato Esselunga ai primi anni 2000, era al 17%. Questo dato è fondamentale perchè rende questi ultimi meno vulnerabili agli attacchi degli ultimi anni degli specialisti e di Amazon.
In Francia ci sono 1,8 milioni di persone che lavorano nel commercio di cui 1 milione nella grande distribuzione (630’000 nel food).
Auchan ha 72’000 dipendenti (l’11,4% di tutta la gd food) e l’anno scorso ha perso un miliardo di €.
Le Parisien ha annunciato recentemente un piano di licenziamenti di 1000 persone.
E non sarebbe la prima volta che Auchan licenzia: il 30 aprile aveva annunciato di volersi separare di 21 ipermercati (700-800 colaboratori). Dieci li ha venduti e un’altra decina li ha semplicemente chiusi.
Poi 400 persone erano state prepensionate e altri 450 posti di lavoro erano stati soppressi tra il 2017 e il 2018.
Le Monde dice che Auchan Francia è rimasta vittima della “stagnazione dei consumi, dell’arrivo di nuovi concorrenti e del peso degli ipermercati, il gruppo ha impiegato troppo tempo ad adattarsi al cambiamento del comportamento dei consumatori”
E Auchan Francia – sempre su Le Monde – spiega che : “in questo momento la grande distribuzione funziona con i codici degli anni 1980/90 … mentre la società si è confrontata a diverse transizioni:
- digitale, con l’arrivo di nuove tecnologie;
- alimentare, con una più grande domanda di prodotti senza additivi;
- ecologica (eliminazione della plastica, impatto della CO2..);
- ed economica , perchè non tutti sono disposti a a pagare per un prodotto di qualità migliore…
Questo ci ha costretto a rivedere il modo in cui lavoriamo e a far evolvere le nostre posizioni lavorative”.
E poi c’è Amazon con il declino del non food al quale i vari distributori hanno risposto in modo diverso:
- Auchan ha inserito l’insegna Cultura et Electro dépot
- Carrefour la catena Darty
- Casino la propria insegna CDiscount. Casino sta inoltre affittando lo spazio rimasto vuoto a dei data center, che fanno cloud (fonte: Le Figaro).

Nessuno sembra aver optato in modo sistematico per la “soluzione Walmart (click and collect o e-commerce dai negozi).
Tutti temono Ocado che sta sviluppando i nuovi centri distribuzione e-commerce di Monoprix (gruppo Casino).
Ma soprattutto nessun giornalista cita, in questo caso, il vero fenomeno che si è sviluppato in Francia : Lidl, che sembra avere la “formula giusta ” sia per la Francia che per l’Italia.
Mentre si da per certa l’acquisizione di Leader Price (Casino) da parte di Aldi.
Oppure 517, come sostiene Auchan Francia.
Ma fino a quando (saranno così pochi)?
Perchè colmare un differenziale di una quarantina di anni (*) trovando la chiave per ripartire, in un paese saturo di grande distribuzione, sembra essere una sfida sovrumana.
(*) a esser buoni perchè l’ipermercato ne ha ben di più e forse era già “vecchio” negli anni ’80, almeno nei paesi più evoluti (es.: Francia, Italia, USA).
Non a caso i tentativi di impiantarli a cura di Auchan (a Chicago) e di Carrefour (in Texas) , in quegli anni, non ebbero successo.
Nella patria dei superstore, l’unica eccezione di successo, per molti anni, nel format ipermercato fù l’americana Walmart.
E quella del superstore è ancora, ad oggi, la formula più performante anche in Italia, dove cresce più dei discount (+3,9% contro +3,4%). Il segmento in cui Esselunga è leader. Mentre gli ipermercati perdono fatturato.
Su Auchan consiglio la lettura di “Auchan cronaca di un disastro annunciato. In Italia vende a Conad“
Aggiornato il 18 gennaio 2020



