I Caprotti e il loro centro: la Villa San Valerio ad Albiate
Albiate è il luogo dove la famiglia Caprotti ha costruito le sue fortune. La casa era più di una semplice abitazione. Ancora oggi basta scendere tra i campi per non più di cinquecento metri e, passato il ponte sul fiume Lambro, si arriva alla manifattura tessile abbandonata che, un tempo, rese possibile la loro ricchezza.I Caprotti e la famiglia: la via dedicata a mio nonno materno Guido Venosta a Milano, 2003
La città di Milano ha dedicato al nonno una via, una traversa di viale Sarca, in riconoscimento all’opera dell’ “illustre creatore dell’Associazione ricerca sul cancro”, come scrisse la Giunta municipale nella delibera di approvazione dell’iniziativa.I Caprotti e la famiglia: onorificenze di mio nonno Guido Venosta, 1988 – 1990
L’attività del nonno Guido nell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC) gli guadagnò molti riconoscimenti sia a livello istituzionale sia a livello scientifico. Tra i più importanti la nomina a Grand’Ufficiale della Repubblica italiana nel 1988, la Medaglia d’oro di Benemerenza Civica (“Ambrogino d’Oro”) del Comune di Milano nel 1989, e la Medaglia d’oro del Ministero della sanità per meriti civili nel 1990.Gli antenati dei Caprotti: mio nonno materno Guido Venosta, 1913-1915 ca.
Mio nonno Guido Venosta, nato nel 1911, era figlio di Giuseppe, ingegnere della Pirelli dall’inizio del Novecento che ebbe la fortuna di vivere la stagione eroica dello pneumatico e dei primi Gran Premi. Gli album di famiglia conservano molte fotografie delle gare degli anni Venti, col bisnonno fotografato con campioni quali Campari, Nazzaro, Minoia, Antonio Ascari, e con il figlio Guido, che seguiva spesso il padre. Non si sa in quali circostanze sia stata scattata la fotografia, ma piacque così tanto che se ne fecero molte copie, specialmente ingrandimenti del bambino, tuttora presenti in Archivio.Violetta Caprotti: mia sorella, e non solo
Mia sorella Violetta nasce un anno e mezzo dopo di me, nel 1962. Siamo quindi abbastanza vicini d’età, e perciò condividiamo gran parte della nostra vita, l’infanzia e gli anni di collegio in Svizzera. Dopo il diploma, consegue nel 1986 la laurea a pieni voti all’Università Commerciale Luigi Bocconi, e dopo qualche tempo approda in EsselungaI tre fratelli Caprotti: Bernardo, Guido e Claudio, fine anni ’40
Bernardo (1925), Guido (1929) e Claudio (1938) in un bellissimo scatto della fine degli anni ’40.I Caprotti e la famiglia: mio nonno Giuseppe Caprotti detto Peppino, anni ‘50
Il nonno Peppino, abile imprenditore, riuscì a rimettere in piedi la ditta di famiglia dopo le sconsiderate azioni di suo padre e di suo zio Emilio, e dopo la Seconda guerra mondiale, riuscito a ottenere i fondi del Piano Marshall, ne fece un’eccellenza dell’industria tessile. Il nonno dimostrò anche notevoli capacità finanziarie, puntando sulle azioni di diverse aziende fra cui la Pirelli e costruendo un cospicuo patrimonio che, in seguito, i suoi figli utilizzarono per acquistare il controllo dell’Esselunga.Presentazione del libro “Le ossa dei Caprotti” al Rotary Club Monza Brianza, 26 novembre 2024
Si tratta della terza presentazione ad un Rotary, dopo Brescia e Treviso
Presentazione del libro “Le ossa dei Caprotti” a “Le successioni delle grandi famiglie italiane. Da Agnelli a Berlusconi”, 20 novembre 2024
Si tratta della quarta presentazione ANCP- Banca Generali a/e con professionisti ed imprenditori
Il nome “Esselunga”, la storia di un piccolo mito
Lo zio Claudio [Caprotti], ultimo fratello di mio padre, mi raccontò che il nome di Esselunga nacque all’epoca della campagna promozionale “Mille lire lunghe” (1969 – 1971), curata da Alberto Gandin, uno dei maggiori pubblicitari italiani dell’epoca. Lo slogan era ‘vieni a spendere 1000 lire lunghe al supermarket con la esse lunga’. I clienti , da quel momento in poi, hanno cominciato a chiamare i supermarket “Esselunga” che diventerà il nome all’azienda operativa mentre la holding continuerà a chiamarsi Supermarkets Italiani.”Benetton : cosa ci sarebbe stato da imparare dall’esperienza della Manifattura Caprotti (tessile)
I Benetton non avevano nessuna possibilità di rilanciare il marchio, come non l’abbiamo avuta noi con il nostro cotonificio