Redatto l’11 giugno, aggiornato il 3 luglio 2022
Il contesto:
1- si parla da tempo della mancanza di qualità dei prodotti agricoli venduti in Italia
2- è arrivata la tempesta perfetta (o lo tsunami, come preferite) :
a) l’agricoltura è ostaggio di Putin, che usa il grano come un’arma (la produzione dell’Ucraina è diminuita del 40%. Fonte: Le Monde).
b) i costi salgono più dei prezzi al pubblico, ad esempio : uova italiane in crisi: salgono vertiginosamente i costi di produzione, ma non altrettanto i prezzi e formaggio, il rialzo dei prezzi non copre l’impennata dei prezzi.
3- le associazioni – come Coldiretti – segnalano che abbiamo perso tanto terreno agricolo (che è un pò come lamentarsi quando i buoi sono già scappati, da molto tempo, dalla stalla).
5- la situazione è aggravata dallo stallo di Confcommercio.
6- le regole sulle pratiche commerciali sleali sono disattese, nell’ indifferenza generale
7 – di conseguenza i piccoli fornitori , che vendono in perdita, chiudono o chiuderanno

La situazione è drammatica in tutto il mondo:
“In parte del mondo in via di sviluppo, però, la situazione è molto più tragica. Gli alti costi potrebbero forzare alcuni agricoltori sud americani o africani a lasciare le piante non fertilizzate o i campi abbandonati” (Financial Times, 4-5 giugno 2022, vedi sotto).
I costi più alti negli USA, per fertilizzanti, gasolio, erbicidi, vengono assorbiti dagli agricoltori.
Altrove non è così. Si parla di Sud America e Africa.
Ma è probabile che ciò avvenga anche qui, in Italia.
Lo abbiamo già detto : c’è chi smetterà di seminare (produrre, allevare, etc).

Sotto, infatti, abbiamo la testimonianza di un produttore, che non è certo l’unica.
Si tratta di situazioni note da tempo immemore.
“La quarta gamma ( e cioè, secondo Confindustria, la verdura e, in generale, gli ortaggi freschi, a elevato contenuto di servizio, confezionati e pronti per il consumo) versa in una situazione drammatica“, commenta un operatore del settore.
“È vero, ha chiuso uno degli stabilimenti più piccoli in Italia, ma non è che i leader di mercato se la passino poi tanto meglio.
Lavoriamo tutti in perdita, non siamo capaci di far alzare i listini ai gruppi della grande distribuzione, siamo schiacciati dalla loro forza commerciale.
Lo documenta anche Nielsen, con prezzi medi per le insalate in busta pronte al consumo addirittura in flessione nei primi 4 mesi del 2022, a fronte di costi di produzione, in campagna e negli stabilimenti, che sono esplosi.
Quello che incassiamo oggi basterebbe solo per pagare la parte industriale del processo, non la materia prima.
I tender (aste) che fanno i grandi gruppi – a breve ci sarà quello di Selex GC – non aiutano a definire un prezzo equo.
Non bisognerebbe mia scendere sotto i costi di produzione, come vorrebbe anche la recente legge contro le pratiche sleali, ma oggi è questo che sta succedendo”.
L’insalata pulita e confezionata è il tipico prodotto di quarta gamma

Conclusione:
Mario Gasbarrino ha detto : se la GDO non cambia muore .
Verissimo.
Ma prima farà morire i piccoli produttori agricoli .
Quelli che non riescono a vendere alla ristorazione di qualità o ad esportare, una delle poche vie di fuga davanti a questa situazione drammatica (all’estero si manda invece frutta e verdura buona, perchè molte catene la vogliono). Forse
Ovviamente questa situazione influirà pesantemente sulla vita di molti italiani (nel caso dell’insalata in busta sopra si tratta di 20 lavoratori, con le loro famiglie) e sulla qualità del cibo, venduto in Italia. E purtroppo quel che vale da noi è “valido” anche in Francia.



