I Caprotti e la famiglia: Anna Z., 1949

Il giorno dell’incidente stradale che lo uccise, il nonno Peppino non era solo. Al suo fianco sedeva una donna che frequentava da un paio d’anni, e riportò gravissime ferite. Scoprirò solo molto tempo dopo che si chiamava Anna Z., e la conoscevamo bene. Negli archivi della Biblioteca Braidense, a Milano, è conservata una serie di ritratti fotografici che ne immortalano la bellezza.

I Caprotti e la guerra: le medaglie del nonno Peppino, post 1919

Il cofanetto, conservato tra i cimeli di del nonno Peppino, contiene la Medaglia della Vittoria, concessa ai militari che avessero partecipato alla Prima Guerra Mondiale, e la croce dell’Ordine Equestre Pontificio di San Silvestro Papa, attribuita forse a Peppino, forse a un altro Caprotti benemerito. Sulla divisa, anch’essa conservata tra i cimeli di mio nonno, i due nastri del Distintivo per le Fatiche di guerra e quello della Medaglia della Vittoria.

A Firenze «nella città-laboratorio di Esselunga. Ma quanta ostilità»

Giuseppe Caprotti parla del suo libro alla Feltrinelli: Firenze e Esselunga, un legame che inizia nel 1961 quando l’azienda esce per la prima volta dai confini lombardi per aprire un supermercato nel capoluogo toscano, in via Milanesi. E dove poi all’inizio degli anni Novanta nascerà il primo superstore a Novoli.

I Caprotti: FAIDA

Il bisnonno Bernardo contro suo fratello Emilio. Il continuo alternarsi di amore e odio, equilibrio e rivalità. La storia è maestra di vita. E si ripete, perché pochi imparano. Per fortuna, grazie al nonno Peppino, i due fratelli passarano insieme le feste di Natale degli ultimi anni della loro vita. La faida era finita, i due fratelli avevano tratto una lezione positiva dai loro scontri.