Il “Blu di Prussia”: dal tessuto al marchio Esselunga

Il “Blu di Prussia” è un pigmento dal colore intenso, ma allo stesso tempo brillante. Mio padre Bernardo [Caprotti] era addirittura ossessionato dal “Blu di Prussia”. E spiega anche il primo logo da lui voluto per l’Esselunga, di colore blu profondo. Probabilmente il passaggio dal marchio Supermarket  al logo blu venne supervisionato dall'Armando Testa, che aveva iniziato a lavorare con mio padre nel 1977

La marca: Equo Solidali Bio Esselunga

Con l'affiancamento  al logo di alcuni prodotti Esselunga Bio (caffè, zucchero, banane, cacao) quello del Commercio Equo Solidale in collaborazione con Ctm Altromercato, si dice chiaramente ai clienti che anche nella scelta del fornitore si possono aiutare i piccoli produttori principalmente dei paesi in via di sviluppo, garantendo loro un lavoro senza sfruttamento e un guadagno adeguato

La Marca Esselunga: gli inizi e il suo sviluppo, fino al 2003

Nel 1995 anno riusciamo anche a raggiungere, con la contabilità industriale, la redditività di tutti i nostri prodotti e categorie: ciò ci permette di indirizzare meglio i contratti, attraverso i buyer e le vendite nei supermercati, con l’aiuto dell’Ufficio marketing. Le tre funzioni – acquisti– marketing e vendite – sono fondamentali per l’implementazione e la reddittività della marca dell'azienda, il cui risultato operativo, dagli anni '90 ai primi anni 2000, viene moltiplicato per 2,5

Giuseppe Caprotti ospite del Rotary Club Monza Brianza. L’ospite ha presentato il suo ultimo libro, le “Ossa dei Caprotti”.

Oggi Giuseppe Caprotti è anche il presidente della Fondazione Guido Venosta, suo nonno materno. La fondazione nasce con l’obiettivo di diffondere i più alti ideali di cultura e solidarietà e di fatto è impegnata in quattro ambiti: tutela della salute e ricerca scientifica, solidarietà, promozione della cultura, tutela dell’ambiente

ChatGPT a proposito di Giuseppe Caprotti e del suo libro Le ossa dei Caprotti

Giuseppe ha contribuito significativamente allo sviluppo dell’azienda di famiglia. Dopo aver conseguito la laurea in Storia Contemporanea alla Sorbona di Parigi nel 1986, con una tesi sulla situazione politica ed economica dell’Alto Adige pubblicata da Franco Angeli, Giuseppe ha intrapreso una carriera nel settore della grande distribuzione. Nel 2004, dopo un periodo di collaborazione con il padre, Giuseppe è stato allontanato dall’azienda. Successivamente, ha assunto la presidenza della Fondazione Guido Venosta. Nel 2023, ha pubblicato il libro “Le ossa dei Caprotti”, edito da Feltrinelli