Come i consumatori potrebbero cambiare il destino di alcuni settori: i casi Barilla, De Cecco (grano), Casino, Carrefour con JBS (carne) e Ferrero (nocciole)
Il mercato del cibo può essere fortemente condizionato.
Il mercato del cibo può essere fortemente condizionato.
I consumatori italiani possono influire sulle scelte fatte dai distributori e dai produttori
Nella realtà, nonostante i toni trionfalistici di Coldiretti, il problema con la UE non è affrontato: ” e rischia di ritorcersi contro l’Italia, a scadenza (2022).
l’azienda va molto male e i continui cambiamenti nella gestione testimoniano un nervosismo crescente tra gli 800 membri dell’AFM: undici mesi per giudicare il lavoro altrui sono veramente pochi.
Le indiscrezioni rispetto a una possibile fusione tra Auchan e Carrefour trascinano quest’ultima in Borsa. L’operazione, di cui si era parlato nei mesi scorsi, non sarebbe stata completamente abbandonata e sarebbero allo studio alcune opzioni per mandarla in porto
I tre principali driver di acquisto … sono, la provenienza della materia prima italiana (55%), l’alta qualità (41%) e la provenienza da aziende locali (31%)… Solo al quinto posto si posiziona il prezzo o la presenza di promozioni (27%),
Le multe servono a poco se la global minimum tax non viene applicata e se non si procede negli USA, ad uno spezzatino. La società ha, come le altre società big tech, le spalle molto grosse e potrà continuare ad assorbirle
Nonostante il pesante calo del valore del titolo di Alibaba (-42% da inizio anno) il Single’s day è andato molto bene. Una riflessione sulla silver economy, in Cina, in Italia e in Spagna.
non c’è nessuna legge che prescrive l’obbligo di indicare quali piatti siano stato cucinati con materia prima surgelata: «Per la normativa amministrativa no, ma per la giurisprudenza penale italiana sì…
Il tempo del “bla, bla, bla” è terminato, la terra non può più aspettare. Ferrero ha dichiarato che sarà sostenibile, a breve, nel 2023. E gli altri produttori?
Mai – concordano gli operatori – eventi climatici avevano avuto impatti così devastanti su tutte le colture e contemporaneamente in tutti i maggiori bacini produttivi nazionali, provocando perdite così rilevanti a livello nazionale.
La “telenovela” delle pratiche sleali pare essere ufficialmente giunta all’ultimo episodio. Ma molto dipenderà dall’attuazione delle norme varate: la tutela dei soggetti più deboli, ovverosia le piccole aziende produttrici, sarà reale?