La Guerra mondiale delle News
Così i grandi gruppi vogliono conservare il monopolio della Rete e gestire il futuro dell’informazione globale: perché alla fine non è solo una questione di algoritmo.
Così i grandi gruppi vogliono conservare il monopolio della Rete e gestire il futuro dell’informazione globale: perché alla fine non è solo una questione di algoritmo.
L’utente finale vuole essere a km zero (sulla carta), vuole seguire le stagionalità (come vede in tv o sui social), vuole essere etico e responsabile e vuole spendere il giusto. Però vuole anche spendere il meno possibile, vuole che tutti i prodotti siano disponibili 12 mesi all’anno perché vuole essere libero di scegliere il come, il cosa ed il quando. Vuole il prodotto bio che viene via aerea dal Perù.
Quest’inverno ho comprato frutta scadente nella “grande distribuzione” (GDO) italiana. Non faccio nomi ma compro cibo in più insegne. Poi mi è capitato di assaggiare questi mandarini italiani (foto sopra) che un mio amico mi ha portato da un paese extra UE e sono rimasto “folgorato”: erano buonissimi. Mi sono domandato : perchè la frutta che trovo nel Nord Italia non è buona? Aggiornato il 9 marzo 2021
E non parlo solo di mandarini ma anche di mele, banane, arance, kiwi, etc
il vero problema è il percepito del valore dell’ortofrutta nella testa dei consumatori
Una vittoria per formaggi, salumi e liquori italiani, che ogni anno esportano negli Stati Uniti 5 miliardi di euro
e Joe Biden cerca alleati, soprattutto in Asia, per contrastare il peso della Cina
La guerra della spesa pubblicitaria relativa alla ricerca in rete. E su come il “clima” e la percezione delle società big tech siano cambiati. Redatto il 25 novembre e aggiornato il 5 marzo 2021
“Le difficoltà negli scambi commerciali con la Gran Bretagna – lancia l’allarme Coldiretti – mettono in pericolo 3,4 miliardi di esportazioni agroalimentari”. Non sono poca cosa perché il Regno Unito è uno dei principali compratori di cibo italiano: è il quarto partner commerciale dopo Germania, Francia e Stati Uniti.
Più diritti agli utenti. Il colosso Usa, che controlla oltre la metà del mercato pubblicitario digitale, rinuncerà alle tecnologie che consentono di seguire gli utenti nella navigazione individuale sul web
La crescita di Target è inarrestabile. Molto passa dal digitale : Target riadatta i suoi negozi a magazzini e-commerce. L’online ormai pesa il 18% delle sue vendite
Nel 2020 i 135 paesi dell’OCSE riuniti per cercare di definire le regole mondiali sulla fiscalità digitale e un’imposta minima sulle società high tech erano riusciti a trovare un accordo tecnico. Gli Stati Uniti lo avevano sottoscritto. Ma l’amministrazione Trump aveva sollevato, all’ultimo, la clausola detta del “safe harbor” (porto sicuro), che lasciava – in ultima istanza – la scelta alle società americane, libere di aderire o no. Janet Yellen ha detto che non sarà più così.
Rimangono l’incertezza sull’enorme fronte degli ipermercati e una certa confusione nei vari format (market, express, etc.) e il ritardo sull’e-commerce. Il raffronto con Walmart